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L'eco di una Melodia

Aggiornamento: 19 ago 2021

“Voglio scrivere qualcosa che sia sommo come i saggi di Orwell, romantico come i libri di Jane Austen, indimenticabile e scritto con maestrìa come i libri di Dostoevskij, e che affronti in maniera ironica i temi dei nostri giorni, come il grande David Foster Wallace, ma poco ieratico, che mi contraddistingua, come il num plus ultra della letteratura portoghese Josè Saramago”-


Così Angelica (il mio alter ego), descrive ciò che vorrebbe diventare: una scrittrice di successo!

Non sa che per un periodo indefinito, resterà arenata nelle sabbie mobili dell’amore, e che ne uscirà solo molto tempo dopo, rinnovata, e con le parole che le scorreranno dalle dita.

Oggi Angelica non prende ancora coscienza di sé, è presa da altro.

E’ coinvolta in un rapporto che la influenzerà molto, nel lungo intervallo che c’è tra l’introspezione e la propria maturazione. Arriverà molto più tardi il tempo che le restituirà se stessa.

Durante la stesura di questo libro Angelica ha incarnato me, e mi ha aiutato ad esorcizzare un amore che mi stava devastando l’esistenza, facendomi vivere anni da equilibrista, sempre sospesa su una corda tesa di dubbi e insicurezze.

Angelica è un personaggio che esattamente come me, è andato trasformandosi attraverso il dolore e le illusioni disattese. Benché oggi mi discosti molto da questa storia,

L’eco di una Melodia rappresenta ancora, un saggio sulle emozioni vissute durante quel lungo periodo.

Attraverso questo racconto, ripercorro un frammento di vita che è stato per me molto significativo, soprattutto per ciò che ha scatenato successivamente in me.

Angelica, osservata dal mio binocolo di oggi, è avvolta in una nebbia, e faccio fatica a riconoscerla.

Se da un lato il suo comportamento passivo mi indispettisce, dall’altro mi fa ancora tenerezza, perché quella ingenuità è in ogni caso una caratteristica che ho perduto, una parte di me che ho dovuto soppiantare con altre più consapevoli e più concrete.

Questo libro è per me come una fotografia, una immagine, una foto degli anni 80 che ritrae personaggi di un’altra epoca, vestiti con abiti non più di moda e dai tratti sbiaditi, ma che sono esattamente come dovevano essere a quei tempi, per come ero io durante quel periodo.

Cosa è una foto se non un modo per ricordarsi? Un testamento per immortalare ciò che siamo stati? Questo è il testamento di un passato che torna solo per ricordarmi, cosa sono stata, e cosa non vorrei mai più essere.


Il protagonista del libro invece, simboleggia l’ostacolo sul quale spesso ci soffermiamo e che appare invalicabile, ma a volte è la prova necessaria alla nostra evoluzione.

Oggi lo ringrazio, anche del dolore, perché attraverso quel dolore è nata la nuova me, che state conoscendo oggi.

La mia avventura inizia quando Angelica incontra per caso un uomo che nel testo ho chiamato Albert, poichè Einstein è il personaggio che più ammiro ed amo al mondo.

Una persona che scambio per misterioso ed intrigante, ma dalle mille personalità.

Vengo travolta emotivamente da questo carattere ambiguo, il tipo mi affascina e mi e risucchia in un rapporto davvero insolito. Conoscerò il magico mondo dei bikers, e da rockettara entrerò a far parte del solenne tempio della musica classica.

Resto completamente soggiogata da questa nuova atmosfera e idealizzo il protagonista di tutto questo. Lo specchio attraverso il quale rifletto questo nuovo territorio inesplorato.


Al mio fianco il mio oracolo, la migliore amica Cristine che è a sua volta coinvolta in un’altra storia distruttiva. Così inizia questo viaggio disarmonico, sedimentato da tanti interrogativi e sofferenze, che si snoda attraverso vicissitudini dense di grandi emozioni, alternate a situazioni intollerabili e spesso lancinanti.

L’eco di una melodia è un balsamo emotivo, la voce amica di tante donne che si lasciano soggiogare dalle emozioni anteponendole alla ragione, ma che pagano a caro prezzo sullo scontrino della vita, il loro totale abbandono.

Nel libro ho voluto deliberatamente delineare le dinamiche che possono realmente accadere in una coppia, quando si cerca di trattenere un amore malato.

Oggi posso affermare che un rapporto è equilibrato, quando non è legittimato dal continuo perdono di colui che subisce.




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