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Il mondo deve sapere. The dark side of telephone operators

Mi hanno regalato il libro di Michela Murgia. Non è colpa mia.

L'ho letto. È colpa mia.

Ora sto valutando se continuare l'amicizia con il donatore.

L'ho letto. Tutto. Senza aspettarmi un premio finale. Una svilente prova di resistenza.


Il tema è l'ambito delle vendite degli operatori telefonici. Esperienza personale realmente vissuta dalla Murgia che nel 2006 viene assunta nel call center della multinazionale Kirby, produttrice del mostro, un vero e proprio oggetto di culto per centinaia di telefoniste e migliaia di casalinghe vittime delle telefonate.

Cari lettori, se cercate un libro impegnativo, questo non fa per voi.

Se volete un attimo di leggerezza e un pò di ironia, con questa opera edita da Einaudi nel 2006 potete tentare.

Il mondo deve sapere è una raccolta di pensieri sparsi sulla società contemporanea e su "quanto sarebbe bella se fosse diversa'.

Ma non lo è, quindi resta uno stereotipo di cui avremmo fatto volentieri a meno.

Il libro non fa nessuna critica profonda e di costruttivo non è emerso quasi nulla.

Qui si parla di cose del tipo: "Vorrei che le persone la smettessero di postare le foto sui social" o "vorrei che i politici la smettessero di fare promesse che non possono mantenere".




In pratica un libro che sembra scritto da una persona che ha appena scoperto il mondo e vuole condividere con tutti la sua scoperta ingenua e infantile.


Ma in molti punti suscita anche ilarità, e ho riso molto.

La frase (ce ne sono molto cosí) : "vorrei che le persone la smettessero di usare hashtag lunghissimi, è vera anche oggi dopo quasi vent'anni. Sappiamo tutti quanto sia difficile crittografare hashtag infiniti.

Io ad esempio, devo concentrarmi profondamente per leggerli.

Alcune parti del libro mi hanno fatto anche storcere il naso.

Quando la Murgia scrive "Vorrei che le donne smettessero di sentirsi inferiori agli uomini".

Non ero a conoscenza dell'esistenza di donne che si sentissero inferiori agli uomini, ma di una società che invece le subordina o cerca di sovrastarle in quanto vittime di centinaia di anni di becero maschilismo.

Ma anche quando parla di "Scorgere tracce in umanità' in una multinazionale.

Ha scoperto che le grandi società pensano solo a fare soldi, incredibile!


Nel complesso una scrittura prevedibile e scontata, noiosa e ripetitiva. Un tentativo di inviare un messaggio a non si capisce chi, descrivendo retroscena già noti dell'arte della persuasione aziendale.

In ogni capitolo c'è una sorta di proposta per il mondo che vorremmo.

Peccato che queste proposte siano tutte abbastanza banali, legate a: solidarietà, meno consumismo, più attenzione all'ambiente, ma tutto buttato lí senza un alcuna considerazione costruttiva.



Niente di nuovo sul fronte della Murgia

Le citazioni.

La Murgia sembra avere una sorta di ossessione per le citazioni. Le inserisce ovunque e senza senso, senza che ci azzecchino nulla con cosa sta raccontando.

Citazioni di pubblicità, film (...) e canzoni pop.


Un libro che non consiglio a nessuno, se non a chi sta per entrare nel mondo delle vendite telefoniche, almeno si rende consapevole verso cosa sta andando incontro, perché dopo un ventennio nel tritacarne del mondo del lavoro, nulla è cambiato.

Se proprio volete leggere qualcosa che fa parte della diffusione dell'ovvio, prendete un libro di spiritualità, almeno lì le banalità sono giustificate.

Se invece volete leggere un libro della Murgia più interessante consiglio Accabadora, sempre pubblicato da Einaudi nel 2009 che è scritto bene e tiene davvero incollati alle pagine e ne sancisce la sua evoluzione.








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