Se vi trovate su Librimaniaci è perché probabilmente abbiamo in comune la stessa passione per la lettura. Cercherò di conquistarvi al punto che non dormirete più in attesa di leggere il prossimo articolo di questo blog che ha comune una velatura ironica e non cattedratica.
In ogni caso, benvenuti nel blog degli appassionati di libri e letteratura!
Qui troverete solidarietà per tutte quelle notti insonni davanti all'ultimo capitolo da terminare, e comprensione per le assenze ingiustificate nei contesti dove con il corpo siamo lì, ma con la mente ancora invischiati nel libro che stavamo leggendo, colonizzati dalla fantasia che ci eravamo creati!
Anche voi come me, avrete assaporato il piacere di sfogliare le pagine di un libro, accarezzarlo con cura, e annusare quell'odore di cui ogni bibliofilo conosce il senso, cosa significa, e che ci fa stringere subito amicizia con la storia misteriosa in itinere.
Quella che sta per farci sprofondare in un’epoca che non conosciamo, forse in una famiglia aristocratica del 700 o in una futuristica, ma di sicuro nel profondo di un percorso emozionale ancora sconosciuto.
Attenzione ragazzi, nel blog degli appassionati della letteratura si provano emozioni forti e solo i più superficiali riusciranno ad eclissarsi e a resistere alla Librimaniaci dipendenza!
Alcune domande dei lettori
· Perché siamo così attratti dai libri?
· Perché gli scrittori hanno il potere di attrarci?
· Perché alcuni più di altri?
Provo a rispondere a queste domande, nella misura in cui io vedo le cose, con il filtro ironico con il quale ho intrapreso questo blog.
Secondo alcuni ambienti, quelli impettiti e accademici ad esempio, la razza elitaria della Crusca, leggere significa solo interpretare un sistema di scrittura in modo da decifrarne parole e frasi. Questa spiegazione per quanto descrittiva e logica, lascia però intendere che va interpretata.
A prescindere dalla comprensione della lingua, interpretare una stessa lettura è infatti per ognuno di noi, un valore assolutamente soggettivo.
Pensate a quanti classici, templi sacri della letteratura, vengono spesso stigmatizzati come “sopravvalutati”!. Anche dagli stessi appartenenti all’alto rango degli umanisti più blasonati!
Quindi oltre a poter asserire che le letture ci attraggono, perché noi stessi siamo calamite, di più non posso fare! Siamo recettori in relazione a ciò che ci attrae e nulla di più.
In ogni caso, leggere alcuni autori al posto di altri, ci rende imbattibili nel confronto giornaliero nella società. Ma non farò un elenco di quelli a cui sono pro o contro, o almeno non in questo articolo.
Leggere è un brivido egoistico, che appaga il nostro io culturale ma ci fa capire meglio le intenzioni dei nostri interlocutori nella realtà. Noi abbiamo già vissuto molte vite attraverso quelle dei personaggi, ed alcune psicologie le ritroviamo ogni giorno. Siamo costantemente in anticipo.
Leggere ci attrae perché è l’anello che ci collega sia al passato che al futuro e che meglio ci lega al presente.
Il nostro pensiero cognitivo è stimolato e la nostra capacità di analisi aumenta dandoci gratificazione. Cosa c’è di più appagante del raggiungimento di un obiettivo, una competizione vinta con noi stessi?...
Alcuni scrittori li apprezziamo di più rispetto ad altri, semplicemente perché sono più idonei al nostro essere, legano meglio con i nostri filtri emotivi, sono particelle vive di un noi inconsapevole. Ci dicono cose che non riuscivamo ad esprimere.
Altri sanno maggiormente sfiorare il nostro profondo subconscio, riescono ad oltrepassarci generando un cambiamento, scuotendoci come un ramo al quale facciamo cadere le foglie, e come per magia, ricreano gemme facendo rifiorire più colorati e vivi che mai.
Leggere non è mai fine a se stesso, è una autostrada che percorri ma nessuna uscita è quella giusta, devi percorrere ogni km che la compone, e la ragnatela stradale della letteratura è infinita.
Leggere è un discorso filosofico che non ha termine, non si conclude con “…e vissero felici e contenti”, ma appaga partecipando.
È una domanda continua, dove la risposta la cerchi tutta la vita.
Un libro deve essere un'ascia per rompere il mare di ghiaccio che è dentro di noi.
Franz Kafka
Alcuni autori ci scelgono, non è una bravura nel loro stile, ma un approfondimento di noi stessi. Scegliamo autori anche in base al nostro stato d'animo o alla concentrazione che possiamo dedicargli. Siamo artigiani della lettura e con il nostro allenarci diventeremo dei professionisti in campo culturale. Panacea della vita, leggere conquista, attrae e non ci molla più.
Diventiamo il risultato di tutti i libri che abbiamo letto, affermava Borges.
Intellettuale e lettore possono definirsi sinonimi?
Avete mai visto il programma la Pupa e il secchione? Io l’ho fatto e da quel momento ho deciso che da grande volevo diventare Paolo Bonolis! A parte questo, ho capito quanto l’estetica sia importante, ma non quanto la bellezza intellettuale. Anche la nostra mente ha i suoi codici e attraverso i libri e la cultura progressiva raggiungiamo quelli dell’anima, quei codici che l’estetica da sola non riesce a penetrare. Noi abbiamo hard disk di serie di svariati terabyte eppure non li adoperiamo, preferiamo acquistare spazio su cloud dai nostri cellulari, per foto che molto probabilmente nemmeno rivedremo mai.
Non voglio rivestire i panni dell’intellettuale, ossia di quell’ominide senza volto che ci sta antipatico a prescindere, che riesce tramite la sua formazione culturale ad influenzare al punto da far leggere continuamente come salvezza, voglio solo esortarvi a farlo perché spesso mi capita di realizzare che sono circondata da tanta superficialità che mi illudo potrebbe essere colmata dalla lettura di buoni libri.
Quindi eravamo rimasti alla domanda se intellettuale e lettore possano definirsi sinonimi. Voi che dite?
Assolutamente no, bisogna anche leggere qualcosa di concreto che faccia scaturire domande e promuovere cambiamenti. Libri che siano scintille, come le pietre focaie degli accendini. Se leggete solo la Gazzetta delle ciambelline al vino tutta la settimana, per il resto del mese e dell’anno, oltre a diventare degli artisti in cucina non produrrete alcun cambiamento nemmeno in voi stessi, e non potrete ambire ad avere voce o influenza in questa società e non contribuirete con le vostre riflessioni e i vostri pensieri.
Voi lettori del Corriere degli snack al mascarpone, (e da golosa non sapete quanto li amo) non avrete funzioni attive attinenti ad un cambiamento antropologico, ma lo subirete in ogni caso, nonostante avrete solo contribuito ad un aumento di glucidi e disfunzioni ematologiche.
Decidete voi cosa essere!
D’accordo su tutto. Ma la pupa e il secchione noooo……nun se po’ guarda’ !
(parla quello che ha spento la tv parecchi anni fa e non ha intenzione di riaccenderla).